Nata a fine '800 a Tezze di Piave (TV) per opera dei fratelli Bellussi, la Bellussera è una forma di allevamento tipica della Marca Trevigiana, in particolar modo dell'area a ridosso del fiume Piave. Questa forma di allevamento prevede l'impianto di quattro viti per palo -inizialmente gelsi, sostituiti poi da pali secchi ed infine da pali di cemento-, che vengono fatte crescere lungo il sostegno fino al raggiungimento di un'altezza di circa due metri e con un cordone permanete lungo tre o quattro metri, potato a Sylvoz e inclinato verso l'interfila, seguendo i supporti che danno al vigneto questa particolare forma a raggiera se visti dall'alto. Quest'altezza dal suolo delle viti permette di evitare danni derivanti dalle gelate primaverili e dalle nebbie autunnali. La Bellussera permise la creazione di un vero e proprio eco-sistema, che permetteva coltivazioni integrate grazie al microclima che si creava tra il terreno e le viti, permettendo quindi:
L'abbandono della mezzadria, i nuovi metodi per combattere le malattie e la nuova concezione della viticultura, volta a diminuire la quantità dell'uva prodotta e a una vendemmia meccanizzata, hanno fatto diminuire notevolmente l'impianto a Bellussera. La Bellussera si è sempre dimostrata ottima per la coltivazione del Raboso, che essendo una pianta molto vigorosa necessita di molte cimature e potature lunghe; inoltre è la forma di coltivazione più costante a livello produttivo, implicava una vendemmia a mano, permettendo di sfruttare la vasta manodopera data dall'elevato numero di persone nelle famiglie mezzadrili. Giulia Camerin
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